Nei C.I.E. la Polizia stupra

 
Cariche della polizia nel pieno centro di Milano. Cariche determinate e violente, in mezzo ai passanti che affollano il piazzale della stazione Cadorna. Perché? Per sequestrare ad un gruppo di manifestanti lo striscione che vedete qui. Se questo striscione è stato difeso ed è ancora libero, la polizia è riuscita a catturarne un altro, un po’ più sintetico e più piccolo, insieme ad un megafono. Insomma è vietato scrivere in grande e dire ad alta voce che i Cie sono dei luoghi di tortura per tutti i reclusi, e che se i reclusi sono donne tortura vuole dire anche abusi sessuali da parte dei guardiani. Ed è vietato, anzi, vietatissimo, farlo durante la “giornata internazionale contro la violenza sulle donne”.
Ascolta questa diretta, registrata tra una carica e l’altra:
E quest’altra, che riassume il pomeriggio milanese:
Per avere una idea dell’aria che tira a Milano vi consigliamo di ascoltare lo speciale appena editato da Radiocane. E sempre su Radiocane potete ascoltare
Milano non è stata l’unica città in cui il 25 novembre è stato dedicato alla condizione delle donne nei Cie. Iniziative simili ci sono state in maniera coordinata anche a Bologna, a Roma, a Catania e altrove (noinonsiamocomplici.noblogs.org). Nei prossimi giorni vi racconteremo anche queste iniziative più nei dettagli: per ora sappiate solo che, proprio mentre fuori dal Centro di Ponte Galeria si svolgeva il presidio in solidarietà con le recluse, un prigioniero dell’area maschile ha provato ad impiccarsi tre volte, fino ad essere portato via dalle guardie. Ora che scriviamo è ancora in infermeria, o in isolamento, non sappiamo. Ascoltate la presentazione della giornata, fatta da una compagna di Bologna ai microfoni di Radio Blackout:
(A proposito di cose vietate e celerini, anche a Venezia la polizia ha mostrato i muscoli per evitare che i passanti potessero ammirare troppo a lungo tre pupazzi che stavano a rappresentare i tanti migranti morti in mare per colpa delle politiche assassine dei governi. Niente cariche vere e proprie ma spintoni e qualche manganellata, il tutto sotto gli occhi severi degli inviati del ministro Maroni.)
macerie @ Novembre 26, 2009
 
http://www.youtube.com/watch?v=7yZnMB7g_44 
 
Che poi questo sia un paese complice degli stupratori – Montalto di Castro docet – poco ce ne importa: noi continueremo a nominare le cose come stanno, pane al pane, senza farci spaventare da logiche mafiose e minacciose in dotazione alle forze dell’ordine o alle altre forze patriarcali.
Le compagne di Milano oggi non erano sole: altre donne erano in contatto diretto e continuo con loro, da altrove, carica dopo carica; le testimonianze delle compagne milanesi intanto correvano in rete, e correvano le immagini dello striscione insanguinato. 
Cerchiamo di esserne consapevoli, una volta per tutte: è necessario un rovesciamento. Chi deve aver paura non siamo noi, ma chi pensa di essere legittimato a stuprare in nome del proprio potere e delle connivenze di cui gode. Anche, e ancor più, se veste una divisa o se è un familiare o un datore di lavoro.
Siamo al fianco delle compagne milanesi e, con loro, siamo al fianco delle donne che nei Cie si ribellano alle condizioni disumane di vita cui vorrebbero piegarle, e si ribellano a molestatori e torturatori in divisa.
NEI CIE LA POLIZIA STUPRA. Non serve aggiungere altro: scegliamo da che parte stare. Ora! 
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